Il 22/02/2022, a conclusione del suo corso di Laurea in Allevamento e Benessere Animale presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano, Stefano Perinotto (amico, sostenitore di lunga data di Cascina Myriam, nonché operatore qualificato in Etologia Relazionale®) ha discusso la tesi intitolata:
“Connubio tra benessere animale e benessere umano negli interventi assistiti con gli animali: l’esperienza dell’isola carcere di Gorgona”
La discussione, fortemente imperniata sui principi dell’Etologia Relazionale® per esplicito volere di Stefano, ha portato all’attenzione dell’Università un tema coraggioso e avanguardistico: la proposta di sostituire il modello di sfruttamento zootecnico del carcere, in favore di relazioni costruttive (nonviolente) con i soggetti non-umani ospitati sull’isola.
Non solo un’idea, ma un vero e proprio progetto, ideato dalla Prof.ssa Silvia Buzzelli, che ha coinvolto diversi professionisti e ricercatori.
Grazie ad un’importante Convenzione per collaborazione scientifica tra il Comune di Livorno, la Direzione della Casa Circondariale di Livorno e il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Milano Bicocca, è stato avviato un “programma di studio e monitoraggio atto a verificare i benefici portati da una condivisione nonviolenta di spazi, luoghi e tempi tra persone detenute e animali non umani presenti sull’isola, al fine inoltre di porre le basi per un solido ed efficace modello rieducativo per il futuro.”
Scrive Stefano: “Il nuovo progetto, tuttora in corso, propone di realizzare attività in cui ampio spazio viene dato alla componente empatica dei momenti relazionali, seguendo un approccio etologico-relazionale, coinvolgendo persone detenute e animali non umani presenti nell’isola carcere di Gorgona; la finalità principale è lo studio dei benefici recati da esperienze relazionali nonviolente tra persone detenute e animali non umani presenti sull’isola.”
Principio a fondamento del progetto è che i contributi dell’interazione non possano derivare dall’animale in sé, inteso come oggetto, ma solo dalla relazione con l’animale inteso come soggetto, con le sue peculiarità, la sua storia, il suo carattere: in questo senso, quindi, l’idoneità degli animali non è demandata alle destinazioni di utilizzo con cui li classifichiamo ma alle caratteristiche soggettive che li contraddistinguono.
“Così, nonostante ci sia una cultura che ne discrimina le potenzialità, i domestici da zootecnia possono assumere lo stesso valore di un cosiddetto pet. Con tali premesse, gli animali presenti sull’isola quali bovini, suini, pecore, capre, asini e conigli, sono tutti ottimi mediatori di relazione.”
Ringraziamo di cuore Stefano Perinotto, Silvia Buzzelli e l’Università degli Studi di Milano, per questo bellissimo passo avanti alla riscoperta del valore della relazione e dei soggetti non-umani, in particolare con le specie ad oggi più reificate dalle nostre tradizioni.
Con il permesso di Stefano, lasciamo un link diretto alla sua tesi per chiunque sia interessato ad approfondire l’argomento: clicca qui per leggerla!