Parliamo di etologia.
Tradizionalmente, si pensava che le giraffe avessero solo relazioni fugaci e deboli e nessuna struttura sociale. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, la ricerca ha dimostrato che l’organizzazione sociale delle giraffe è molto più avanzata di quanto si pensasse un tempo.
Con una revisione di oltre 400 studi sul comportamento delle giraffe, Zoe Muller e Stephen Harris hanno in realtà evidenziato che le giraffe possono associarsi in piccoli gruppi matriarcali, composti da tre a nove individui, che includono femmine adulte imparentate e madri con i loro figli.
Le relazioni all’interno dei gruppi possono persistere per oltre 15 anni, con una sovrapposizione (al massimo) di tre generazioni di individui imparentati, all’interno dei quali le giraffe anziane aiutano l’allevamento dei piccoli di altre femmine. Il loro coinvolgimento all’interno del gruppo sociale è tale che sono state persino osservate in espressioni di distress per la morte dei figli di altre giraffe (queste reazioni sono generalmente considerati prodromi del lutto in senso etologico).
C’è di più: le giraffe sono animali longevi, in cui le femmine raggiungono circa i 30 anni di età, ma la loro età riproduttiva massima conosciuta è di circa 20. Circa il 30% della vita delle femmine quindi è in età post-riproduttiva (negli elefanti è circa 23% e nelle orche il 35%). Le giraffe vanno così ad aggiungersi, insieme ad umani, elefanti e orche, tra quelle società in cui le femmine in menopausa rimangono all’interno dei gruppi in qualità di nonne-aiutanti e guide per le giraffe più giovani, aumentando indirettamente la probabilità di successo riproduttivo del proprio gruppo.
Considerato che i maschi sono quelli che si disperdono dai gruppi, possiamo concludere che quelle delle giraffe siano piccole società matrilineari. Queste unità sociali coese gravitano all’interno di un universo più ampio e mutevole di relazioni all’interno del territorio, similmente a quanto osservato negli elefanti.
Sistemi sociali e cooperativi così complessi sono generalmente sostenuti da abilità comunicative complesse, tuttavia, proprio come molti altri aspetti, i sistemi di comunicazione della giraffa sono ancora poco conosciuti e queste nuove intuizioni necessiteranno di diversi anni di ulteriori indagini sul campo affinché portino risultati.
“Spero che questo studio tracci una linea nella sabbia, e che d’ora in avanti le giraffe saranno considerate mammiferi intelligenti che vivono in gruppo, con società complesse che hanno facilitato la loro sopravvivenza in ecosistemi difficili e pieni di predatori” ha scritto Zoe Muller.
Purtroppo, diverse popolazioni di giraffe sono ora in caduta libera, essendo diminuite complessivamente del 40% dal 1985 e per questo elencate come vulnerabili nella Lista rossa delle specie minacciate della IUCN (International Union for the Conservation of Nature).
La Muller ha concluso: “Riconoscere che le giraffe hanno un complesso sistema sociale cooperativo e che vivono in società matrilineari, migliorerà la nostra comprensione della loro ecologia comportamentale e delle loro esigenze ai fini della conservazione“.
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