Parliamo di emozioni animali.
Succede molto spesso di sentire descrivere colloquialmente il comportamento dei nostri pet come espressione di gelosia. Ma la gelosia cos’è? Esiste in altre specie o è solo umana? Cosa intendiamo dire quando la attribuiamo ad altri animali?
Per rispondere a questa e ad altre domande sul complicato argomento emozioni animali, molti ricercatori rispolverano una distinzione piuttosto artificiosa ma utile: quella tra emozione (ciò che si sente) e stato emotivo (che riflette l’espressione o l’incarnazione di un’emozione).
Quello che in effetti identifichiamo, abbastanza intuitivamente, nella lettura delle altre specie con cui condividiamo affetti e relazioni, non è la gelosia in sé ma il suo stato emotivo, cioè il “comportamento geloso”: un’espressione manifesta che, per analogia funzionale, è paragonabile alle correlate comportamentali della gelosia umana.
Il “comportamento geloso” viene generalmente espresso quando la fruizione/accesso a una relazione sociale (risorsa relazionale), che un individuo ritiene importante per sé, è ‘minacciata’ da una terza parte.
Il comportamento geloso si avvale solitamente di almeno tre tattiche agonistiche:
-Allontanare fisicamente il rivale, mediante comportamento aggressivo ritualizzato o diretto;
-Interrompere l’interazione sociale;
-Ridirigere l’attenzione del partner su di sé (questo in particolare nei neonati che non ancora hanno modo di imporsi fisicamente).
Nell’uomo, questa dinamica è stata studiata principalmente nel contesto delle relazioni sessuali/romantiche, ma ricordiamo che la gelosia si manifesta anche in altre relazioni sociali, come quelle tra genitori e figli o anche tra amici: ad esempio, alcuni studi sui neonati suggeriscono che il “comportamento geloso” emerga presto durante lo sviluppo, diventando evidente quando l’attenzione della madre sia concentrata su un potenziale rivale sociale.
Da un punto di vista adattativo, considerando che le relazioni sociali sono cruciali per il benessere e la sopravvivenza nelle specie che vivono in gruppo, ogni comportamento che faciliti il loro mantenimento può essere considerato adattativamente vantaggioso, qualunque sia la specie sociale/sub-sociale che stiamo osservando. Quindi, in linea di principio, non sembra esserci nulla che escluda a priori la gelosia in altri animali.
Esistono osservazioni su altre specie che dimostrino la presenza di questi comportamenti/strategie in animali non umani? Assolutamente sì, ma dal punto di vista emozionale (cioè che si sente) la questione è come sempre più complicata. Sì, gli animali sociali mostrano “comportamenti gelosi”… Ma provano gelosia?
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Va detto che indagare oggettivamente la gelosia è complicato anche negli umani e che l’esistenza di grandi differenze individuali ci faccia in effetti dubitare che tutti gli esseri umani la sperimentino, quantomeno allo stesso modo.
In più, la gelosia è solitamente classificata come “emozione secondaria”, cioè un’emozione che coinvolge un insieme di “emozioni primarie” (ad esempio paura e rabbia). Questo complica ulteriormente le cose.
Negli ultimi 10 anni circa, sono stati pubblicati diversi articoli scientifici che hanno mirato a dimostrare che il “comportamento geloso” esiste anche negli altri animali, in particolare nei cani. Alcuni studi sono stati in grado di mostrare che i cani cercano di interrompere l’interazione tra il loro proprietario e altri cani, altri hanno rilevato (con la risonanza magnetica funzionale) che, nello stesso tipo di contesto, l’amigdala mostra pattern di ‘attivazione’. Tuttavia, per i ricercatori, nessuna misurazione comportamentale o neurofisiologica, ottenuta ad oggi, sembra sufficiente come indicatore non ambiguo dell’esperienza di gelosia.
Quindi la gelosia in altri animali non esiste? No, sappiamo che l’assenza di prove non è prova di assenza. Insomma, l’importante è capirsi: quando parliamo di gelosia dei cani, gatti o pappagalli con cui viviamo, stiamo probabilmente descrivendo un “comportamento geloso”, cioè uno stato emotivo che definiamo appunto “geloso” per analogia funzionale (qualunque sia l’esperienza interiore dell’animale). Per capire se questi comportamenti siano l’espressione dell’esperienza di gelosia e quindi confermare che la gelosia sia un’emozione condivisa tra gli animali sociali, restano ancora numerose domande senza risposta.
Nel frattempo, se il vostro cane vi è sembrato mostrare “comportamenti gelosi”, potete mettere da parte lo spauracchio delle fantasie antropomorfiche: avete probabilmente ragione.
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