L’etologia e la socialità nelle faraone.
Gli umani sono il più classico esempio di società multilivello. Che cosa significa “multilivello”? Immaginate una famiglia umana che vive in un villaggio: oltre alle dinamiche tra individui (primo livello), la famiglia può intessere rapporti più o meno amichevoli con altre famiglie all’interno del villaggio (secondo livello); il villaggio a sua volta può intrattenere legami con i villaggi vicini all’interno di un complesso di villaggi in uno stesso territorio (terzo livello) e così via. Ognuno tra questi, è un differente livello di relazioni sociali, che pur non essendo isolato dagli effetti degli altri livelli, se ne mantiene distinto come in una grande matrioska.
Questa stratificata forma di socialità è talmente complessa che per lungo tempo abbiamo ipotizzato fosse la causa evoluzionistica delle dimensioni del nostro cervello. Per essere consapevoli di tutti i diversi livelli relazionali e muoversi al loro interno coerentemente, sembrerebbero servire infatti capacità cognitive notevoli: riconoscimento individuale, memoria episodica, costruzione di categorie, inferenza transitiva, eccetera. A conferma di tutto ciò, le società multilivello studiate in altri animali (come scimmie, elefanti, cetacei) sono sempre correlate a cervelli grandi. Ma un uccello sembra fare eccezione a questa ‘regola’: la faraona vulturina (Acryllium vulturinum), una bellissima specie della famiglia Numidae (la stessa delle più note faraone mitrate), il cui cervello, in proporzione al corpo, risulta addirittura sotto la media: queste faraone non solo hanno cervelli piccoli rispetto ai mammiferi, ma anche rispetto agli altri uccelli!
Nonostante questa (apparentemente) scarsa dotazione, i ricercatori hanno recentemente scoperto che il sistema sociale di questa specie è più simile a quello di primati come i babbuini, piuttosto che a quello di altri uccelli. La faraona vulturina vive in gruppi sessualmente misti, molto grandi e molto stabili. Ogni gruppo è formato da più coppie nidificanti, insieme ad altri individui e i gruppi seguono dinamiche giornaliere e stagionali di fissione e fusione, in cui si possono riconoscere, dai pattern di interazione, rapporti di qualità differente e preferenze a ogni livello.
Uno studio sul campo condotto dal Max Planck Institute of Animal Behavior, in collaborazione con la University of Konstanz, ha monitorato per mesi una popolazione di oltre 400 faraone vulturine in Kenya. La popolazione comprendeva evidentemente più gruppi sociali e questi gruppi incontravano regolarmente altri gruppi, muovendosi insieme durante il giorno e posandosi insieme di notte. Il team di ricerca ha condotto osservazioni giornaliere su tutti gli individui, registrando chi trascorreva ogni giorno con chi. I dati hanno rivelato che la popolazione conteneva 18 gruppi sociali distinti, estremamente stabili sul lungo termine. Questi comprendevano da 13 a 65 membri individuali. Quando più gruppi si incontravano o si muovevano, gli individui si dividevano sempre in base all’appartenenza al loro gruppo originale. Alcuni gruppi si associavano più frequentemente di altri, sia durante il giorno, che di notte sui posatoi comuni. I dati GPS hanno permesso di scoprire che sui posatoi notturni potevano unirsi fino a otto gruppi di faraone, ma al mattino, una volta che gli uccelli lasciavano il posatoio, i gruppi tornavano distinti.
Si è anche scoperto anche che i luoghi di formazione delle associazioni intergruppo dipendono dalle stagioni: vicino al fiume nella stagione secca e nelle radure erbose aperte e ricche di risorse durante le stagioni più umide. Il che suggerisce che le associazioni intergruppo potrebbero essere state selezionate all’origine come meccanismo di protezione – formando supergruppi – in aree in cui le faraone sono più soggette a predazione. Queste società multilivello consentono infatti agli animali di adattare le dimensioni del proprio gruppo in base alle sfide che devono affrontare.
In conclusione, i ricercatori hanno appreso, contro ogni previsione, che anche le faraone vulturine sono organizzare in società multilivello e questa è la prima volta che qualcuno osserva una simile società in un uccello.
E riguardo il loro cervello allora, cosa possiamo concludere? Le cose sono due: o abbiamo sottovalutato l’intelligenza delle faraone (e dei cervelli piccoli in generale, visti i risultati sorprendenti che stanno emergendo dalla ricerca cognitiva sugli insetti) o abbiamo sopravvalutato i requisiti cognitivi necessari per la socialità…O forse entrambe le cose?
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