Spillover
spillover s. ingl. [propr. «traboccamento», comp. di (to) spill «versare, spandere» e over «sopra»]
Sarà che la mia passione per biologia si è sempre associata a quella per la medicina, ma trovo che questo libro sia assolutamente straordinario.
Quammen fa capire come la pandemia della sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2) -COVID-19 è il nome dato alla malattia associata al virus- fosse in realtà un disastro più che annunciato. Il libro racconta più in generale degli spillover (salti di specie), delle zoonosi (le malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo) e da cosa siano favoriti, di come siano proprio i comportamenti umani a creare la difficile e pericolosa situazione in cui viviamo oggi e che vivremo nei prossimi anni.
Nel pianificare cosa fare per combattere il Covid 19, troppo spesso, si ignora sistematicamente l’analisi di ciò che ha portato a monte a questa situazione: una sempre più distruttiva interazione con le altre specie con perdita di biodiversità e distruzioni di ecosistemi.
Un libro che consiglierei per le scuole e a chiunque voglia capire meglio questa pandemia e non solo.
Citazione dal libro – Era il 2012:
“A Canton per esempio, nel mercato di Chatou, aveva visto cicogne, gabbiani, aironi, gru, cervi, alligatori, coccodrilli, cinghiali, cani procioni, scoiattoli volanti, vari tipi di serpenti, tartarughe e rane, oltre a cani e gatti domestici. Tutti in vendita per la carne. Mancavano gli zibetti, che erano già stati demonizzati e sterminati. L’elenco era incompleto, mi disse, e comprendeva solo le specie di cui si ricordava a memoria, da lui viste nel corso di caute esplorazioni. In quegli anni si potevano comprare anche gatti leopardo, muntjak (un genere di piccoli cervi), donnole siberiane, tassi, ratti del bambù cinesi, lucertole Leiolepis belliana, rospi, e tutta una lunga lista di rettili, anfibi e mammiferi, tra cui due specie di pipistrelli frugivori. Un menù da Trimalcione. Ah, ovviamente non mancavano gli uccelli: aironi guardabuoi, spatole, cormorani, gazze, un’ampia selezione di anatre e oche, fagiani, colombi, pivieri, gallinelle, folaghe, ghiandaie, corvi di vario tipo… Un collega di Aleksei mi disse che per quanto riguardava uccelli e pipistrelli era valido un noto adagio: « La gente della Cina meridionale mangia tutto quel che vola nel cielo, tranne gli aeroplani ». Lui veniva dal nord.”