Le foche del genere Mirounga, dette “elefanti marini” per il tipico muso proboscidato, sono tra i mammiferi marini più grandi del pianeta (secondi solo ai cetacei). Durante la stagione riproduttiva, i mastodontici maschi di questa specie (animali che possono arrivare a 3-4 mt di lunghezza, per 2-3 tonnellate di peso) stabiliscono sulle spiagge i propri territori, in cui si accoppiano con diverse femmine, costituenti il loro harem.
La difesa dell’harem dalla competizione riproduttiva di altri maschi è spesso feroce: chiunque abbia visto un documentario naturalistico sugli elefanti marini, difficilmente potrà pensare a scontri più sanguinari e ‘primordiali’ di quelli tra i maschi di questa specie che si contendono un harem. La furia che caratterizza questi comportamenti agonistici è tale che spesso altri animali presenti sulla spiaggia diventano vittime collaterali degli scontri (a volte i cuccioli stessi del maschio residente possono finire schiacciati).
Le cure parentali degli elefanti marini sono totalmente delegate alle femmine proprio perché, per la natura poliginica e territoriale della riproduzione, il maschio necessita di impiegare tutte le proprie energie nel monitoraggio dell’harem, nei numerosissimi accoppiamenti, negli scontri fisici con altri maschi e nella scorta delle femmine dalla spiaggia all’acqua e viceversa, per evitare che siano avvicinate da competitori. In questo periodo non possono permettersi nemmeno di nutrirsi e possono digiunare per mesi, affidandosi alle sole scorte lipidiche in corpo (con conseguenti perdite di peso davvero drastiche).
Coerentemente a queste caratteristiche etologiche, nel caso un cucciolo si trovi in difficoltà, è sempre la madre (o tutt’al più altre femmine dell’harem) ad intervenire in soccorso. In un articolo del 1996, J.Reiter descriveva la relazione maschile con i cuccioli nell’harem come “inesistente”: secondo lo studioso i comportamenti maschili dimostravano la totale assenza dell’istinto di protezione e addirittura del riconoscimento dei cuccioli.
Eppure, un trio di ecologi ha recentemente osservato, per la prima volta, su una spiaggia californiana, un atto di altruismo da parte di un maschio di elefante marino settentrionale (Mirounga angustirostris), portatosi rapidamente in acqua per aiutare un cucciolo che stava annegando.
Nel loro articolo pubblicato sulla rivista Marine Mammal Science, Sarah Allen, Matthew Lau e Sarah Codde hanno descritto la scena e fornito prove fotografiche di questa rara interazione.
Foto da: Allen, S. G., Lau, M. J., & Codde, S. A. (2024). An observation of potential altruism by a male northern elephant seal (Mirounga angustirostris). Marine Mammal Science, 1–6. https://doi.org/10.1111/mms.13105
La sequenza di eventi:
Ad oggi non sono presente in letteratura altri casi di un comportamento del genere da parte di un elefante marino maschio. Si tratta probabilmente di un comportamento unico ma, come tutti gli altri aneddoti, anche questo apre una finestra su quei potenziali relazionali che sono ancora sconosciuti e che, nondimeno, fanno parte di un possibile ventaglio di comportamenti, motivazioni e dotazioni empatiche che, in particolari condizioni ecologiche, potrebbero emergere, rivoluzionando i nostri box mentali su questi animali.
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