Riportiamo dall’articolo di Armando Gariboldi pubblicato su “La Rivista della Natura” il 05/12/2018:
Ebbene sì, è tornato anche lui! Il Castoro europeo (Castor fiber), il più grande roditore nativo del nostro continente (il peso varia tra gli 11 e i 30 chili) è stato da poco segnalato in Friuli Venezia Giulia e precisamente nel comprensorio della foresta del Tarvisio (UD), al confine con l’Austria. […]Il Castoro era ancora presente fino a metà del Cinquecento nell’Italia centro-settentrionale (l’ultima segnalazione risale al 1541), ma si estinse molto prima della Lontra a causa della caccia indiscriminata per la sua pregiata pelliccia, per la coda che un tempo veniva considerata un cibo prelibato e anche per la sostanza odorosa, detta castoreum, che si poteva estrarre dalle sue ghiandole e che veniva impiegata nella medicina tradizionale. Anche nel resto d’Europa la situazione non era di gran lunga migliore, anche per la progressiva riduzione delle zone umide adatte […] Successivi progetti di reintroduzione hanno, però, progressivamente allargato l’areale continentale di questa specie, molto più elusiva ed esigente, dal punto di vista ambientale e sociale, della simile Nutria, con la quale viene spesso confusa dai non addetti ai lavori.Probabilmente il suo ritorno in Italia, per ora limitato a pochissime segnalazioni, è avvenuto spontaneamente risalendo l’Orrido dello Slizza fino al Comune di Tarvisio, provenendo dalla vicina popolazione reintrodotta in Carinzia. Pertanto, ancora una volta il Friuli si conferma una strategica “porta di ingresso” per il ritorno di tante specie faunistiche nel nostro Paese, provenienti per lo più da Austria e Slovenia. Dopo l’Allocco degli Urali, la Lince, l’Orso, la Lontra e lo Sciacallo dorato ecco anche il Castoro, con la speranza che la sua presenza possa con il tempo consolidarsi e magari espandersi verso altre zone alpine.
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