Tutti dicono che avrei dovuto fare la veterinaria e, per moltissimi anni, sono stata sicura che lo sarei diventata. Poi diversi percorsi della vita mi hanno portata a scegliere di iscrivermi a Psicologia, scelta di cui sono felice ma che mi ha sempre lasciato un senso di incompletezza. Non ho avuto il coraggio di scegliere la vita da veterinaria perché avrebbe comportato un confronto quotidiano con il dolore degli animali e non credo che sarei stata in grado di sopportarlo. Questa è anche la motivazione che per tanto tempo mi ha tenuta lontana dal mondo dei canili. Un giorno ho messo da parte la paura e ho fatto il mio primo passo verso una nuova vita. Non è stato facile ma, da quel momento, tutto è cambiato. Lì ho conosciuto il mio grande amore, il cane che ha stravolto la mia vita, le mie abitudini e le mie priorità. Aveva 15 anni, tutti passati in un box, e grazie a lui ho capito che non avrei dovuto sprecare nemmeno un momento e avrei dovuto fare solo ciò che mi rendeva davvero felice perché io, a differenza sua, avevo la fortuna di poter scegliere. Ovviamente lʼho portato a casa con me e abbiamo condiviso quasi 4 anni di splendida vita insieme. Lui mi ha salvato da una vita che non stava andando come avrei voluto e mi ha dato la forza per cambiare tante cose. Mi sono licenziata da un lavoro che non amavo e ho deciso di dare un senso alla mia laurea unendola a qualcosa che amavo davvero, così ho studiato zooantropologia assistenziale e didattica per poi iniziare a lavorare in progetti di IAA. Aiutare persone in difficoltà con la collaborazione di un animale: il connubio perfetto per me. Durante questo percorso di cambiamento ho incontrato lʼaltro cane della mia vita. Una bellissima e sfortunatissima pitbull di 3 anni di cui mio marito si è innamorato subito. Per me non è stato amore a prima vista ma un percorso di conoscenza reciproca che ci ha portate ad avere una relazione unica. Lei mi ha salvato dal dolore quando ho perso il mio primo cane, mi ha salvato dalla solitudine quando mi sono trovata lontana dalle mie radici, ha salvato me e mio figlio quando, alla ventinovesima settimana di gravidanza, mi ha avvertito di dover correre in ospedale. Lei è la mia compagna di vita e sono orgogliosa di aver potuto lavorare con lei in diversi progetti, combattendo anche un poʼ i grandi pregiudizi su questi meravigliosi cani. Il percorso con Myriam è la ciliegina sulla torta, un nuovo punto di partenza per un mondo ancora tutto da scoprire.
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